In un vortice di polvere
10 anni in immagini e parole
Testi e fotografie di Annalisa Vandelli
Anno di pubblicazione 2017 – Incontri Editrice
Il passero
Dove vanno a morire i passeri?
Si schiantano in volo o se ne accorgono prima e si sdraiano a terra, in attesa?
E se hanno un presagio, senza camice bianco e senza tac nella mano, fanno forse il giro dei loro nidi abbandonati e ormai scapigliati per la conta delle covate o chiudono per sempre gli occhietti senza pensare al passato e al futuro delle loro nidiate?
L’hai mai visto tu un passero morto?
Ha la faccia scavata e qualche piuma buttata, di ala una croce, la testa marrone in attesa di un gatto, una volpe o qualsiasi prigione, che chiuda in uno stomaco sazio, un breve dolore.
Il volo di un passero fa rumore di schiuma, se lo ascolti in silenzio. Passa così, come di bolla il peso, non occupa più di tanto cielo. A lui basta quel volo, non esser guardato, riconosciuto, amato. Gli basta forare quel grammo d’azzurro con paglie nel becco e vermi più tardi.
Gli basta volare.
Io non ho mai visto un passero morire, agonizzare.
Non ho mai visto la natura cascare dal volo, capitolare.
Solo chilometri di terra concimare di piume, carne e ciarpame. Umano ciarpame a cui s’incastra il piede e non s’avvede di amputare sua stessa mano con efferata trappola mortale, mentre di denti s’aggrappa alla zolla, l’uomo, l’infinito essere micidiale, che avvinghia buoi a cinghia e grida sillabe scompigliate accompagnate da legnate. Graffia a zampate ferrose la terra, ci ficca dentro il seme, lo copre e aspetta.
E il passero lo vede. Gli osserva dall’alto l’indaffarata testa.
Dove vanno a morire i passeri l’uomo non si chiede; che vivano è fin troppo per tutte le faccende che ad ogni giorno deve.
> La mostra fotografica
Fotografie di Annalisa Vandelli
a cura di Tatiana Agliani e Uliano Lucas